venerdì 5 novembre 2010

Olbia-Sassari, lo stato non paga, serve un mutuo

Lo Stato è assente e la Regione sarà obbligata a contrarre un mutuo con la Banca europea (Bei) per recuperare le risorse con cui costruire la Sassari-Olbia. Giacomo Sanna, Psd'Az: "È pura follia, è Roma che deve darci i soldi"
di Tiziana Simula
Una protesta sulla Sassari-Olbia
Una protesta sulla Sassari-Olbia
OLBIA. Il giorno della verità, come l'ha chiamato il presidente della commissione regionale Lavori pubblici Matteo Sanna (Fli), è di quelli che non lascia spazio all'interpretazione: allo stato attuale non ci sono soldi per la quattro corsie Sassari-Olbia, lo Stato latita, e la Regione sarà obbligata a contrarre un mutuo con la Banca europea (Bei) per recuperare le risorse per costruire la strada. Impossibile, pertanto, se mai qualcuno ci avesse creduto e sperato, aprire i cantieri entro la fine dell'anno.

È il quadro sconfortante emerso ieri in commissione Lavori pubblici, l'ultimo capitolo di una storia infinita dove la confusione ha regnato finora sovrana in un balletto di promesse non mantenute, scippi di fondi Fas e date d'inizio lavori spostate continuamente. L'assessore regionale ai Lavori pubblici Bastianino Sannitu insieme a quello ai trasporti Angelo Carta sono stati sentiti dalla quarta commissione a cui hanno riferito a che punto è l'iter della quattro corsie.

«Finalmente è emersa la verità: i fondi non ci sono e l'unico appiglio che abbiamo davanti alla latitanza del Governo, è ricorrere a un muto con la banca europea», attacca il presidente della commissiome Matteo Sanna. Che dopo aver sentito i due assessori e difeso l'operato della giunta («ha fatto il possibile»), ha detto che «bisogna trovare il coraggio di un'azione congiunta tra maggioranza e opposizione contro il Governo perchè è inaccettabile che la Regione contragga un mutuo, dev'essere lo Stato a realizzare la strada».

Sulla 4 corsie, al momento, c'è solo una certezza: la Valutazione d'impatto ambientale entro il 30 novembre per tutti i lotti. Da quel momento si potrà dare il via alla procedura per gli appalti. Il soggetto attuatore è l'Anas, la progettazione è in fase avanzata. Tra le note dolenti emerse nell'audizione, la situazione paradossale che si è verificata a marzo e che ha avuto come protagonista il ministero dell'Ambiente che ha inviato per errore il plico del Via alla Sicilia anzichè alla Sardegna «facendoci perdere altri 60 giorni», riferisce Sanna.


Che lancia un appello ai parlamentari sardi «affinchè vigilino sulla realizzazione della strada». Sul capitolo fondi c'è poco da dire: l'opera costerà 695 milioni di euro. I circa 200 disponibili (di cui 162 deliberati dal Cipe), non ci sono ancora materialmente. Per il resto la Regione sta valutando di impegnare risorse liberate Por 2000-2006 e di integrarle col mutuo in attesa dei fondi Par Fas.

Proprio il ricorso alla banca ha fatto scatenare le polemiche. «Pura follia accendere un mutuo per 359 milioni, le conseguenze si ripercuoterebbero negativamente sulla futura capacità di spesa della Regione. È Roma che deve darci i soldi», attacca il capogruppo del Psd'Az in consiglio regionale Giacomo Sanna. L'inadeguatezza dell'azione della giunta è stata sottolineata dal vicepresidente della commissione Cesare Moriconi (Pd). Dura anche la reazione del consigliere regionale Pd Gavino Manca «la vicenda della Sassari Olbia è l'esempio dell'incapacità politica di questa giunta», ha detto, annunciando un'opposizione durissima per il reperimento dei fondi «che devono arrivare dallo Stato».

In serata Sannitu e Carta hanno diffuso un comunicato congiunto, documento che ha un certo valore politico viste le recenti frizioni in giunta. «Rivendicheremo con forza i 359 milioni Par Fas che ci spettano per realizzare la strada», dice il primo. Mentre il secondo spiega che «l'attribuzione della responsabilità alla Regione risale al 23 aprile 2010 con l'ordinanza del presidente del Consiglio con cui si nomina Cappellacci commissario.

Da quella data si è arrivati alle ultime battute con l'iter, creando le condizioni per procedere con gli appalti». Pure per Carta «è necessario che si alzi il tono della rivendicazione verso lo Stato anche minacciando di stracciare gli accordi di programma quadro sui quali la Sardegna ha immesso risorse ingentissime».

La Nuova Sardegna

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