mercoledì 18 novembre 2009

Olbia-Sassari: Strada promessa in una terra dimenticata

Finanziamenti rimandati in eterno, dichiarazioni mai mantenute. La storia infinita di una rete viaria assassina che nessuno vuole cambiare

Lo so, per molti di voi quello che sto per dire potrà sembrare assurdo, ma vi prego di credermi sulla parola: oltre i confini del Billionaire e di villa Certosasi estende una terra chiamata Sardegna, lo giuro. Non è vero quello che vi dice Studio Aperto, non si inabissa una volta passato di moda il ballo estivo dellaproboscide, continua a galleggiare, seppur tra molte difficoltà. Non starò a dilungarmi narrandovi ciò che succede da quelle parti durante la stagione delle piogge, quando Ryanair taglia l’80% dei suoi voli e rende così molto più difficoltoso l’accesso all’Europa, vi racconterò invece le tristi vicende di una strada che per lo stato italiano risulta sicuramente marginale, ma che la nazione sarda considera fondamentale: la famigerata Sassari-Olbia, S.S. 597.

LA STRADA CHE UCCIDE - Già il solo definire strada questa mulattiera può risultare un insulto alla ragione, ma se si considera che attraversa tutto il nordSardegna e collega due tra i tre più importanti aeroporti dell’isola, Olbia e Alghero, e due tra i tre più importanti porti, Olbia e Porto Torres, si può arrivare a intuire i danni che le pietose condizioni di questa via di comunicazione infliggono all’economia sarda. Facciamo pure finta di dimenticarci che dal 1995 ad oggi questi cento chilometri di curve e saliscendi hanno provocato la morte di 75 persone, molte delle quali hanno avuto l’unica colpa di percorrere il tratto di strada sbagliato nel momento sbagliato, e concentriamoci sugli avvenimenti degli ultimi due anni. Nel 2007 l’ex governatore Soru, dopo aver portato a termine la dismissione della base americana a La Maddalena, propone (per Renato Soru “proporre” è un eufemismo, lui tende a imporre) al suo “governo amico” di turno guidato da Romano Prodi di organizzare il futuro G8 proprio a La Maddalena. L’intento era soprattutto quello di attuare una rapida bonifica delle aree precedentemente soggette a servitù militare e di dare nuova visibilità al territorio. L’ex giuntaregionale, conscia dell’opportunità che gli si presentava davanti, ne approfittò anche per inserire la realizzazione della nuova strada a quattro corsie all’interno delle procedure accelerate del G8, così da essere sicuri di portarla a termine in tempi se non brevi, quanto meno umani. Per non gravare sulle casse statali, la regione avrebbe pagato attingendo dai di fondi FAS ad essa spettanti, anche se, trattandosi di strada statale, non ci sarebbe stato nulla di strano se i finanziamenti fossero provenuti dallo stato, ma tant’è.

G8? MEGLIO DI NO - Tutto pareva andare per il meglio (solo per quanto riguardva la strada, non per l’Italia o la Sardegna), ma il governo Prodicrolla e il nuovo-vecchio presidente del consiglio Berlusconi inizia subito a manifestare un certo fastidio nei confronti del G8 a La Maddalena. Credo che, dal suo punto di vista, sia comprensibile: destinare così tante risorse ad un’isola lontana il cui peso elettorale è poco o nullo doveva apparirgli uno spreco mica da poco. Prova a sondare il terreno per un eventuale G8 a Napoli: «E’ un desiderio, è un sogno, ma ci sto lavorando», perché «servirebbe per attirare l’attenzione degli stati stranieri su Napoli». Con l’ex governatore trova terreno poco fertile e con le elezioni regionali a meno di un anno una mossa del genere avrebbe rischiato di fargli perdere una regione che, a giudicare dai sondaggi, era praticamente già sua. Fece marcia indietro. E PROMESSE - Per quanto riguarda quella che i sardi oramai chiamano “la strada maledetta” tutto sembrava filare liscio e le varie procedure burocratiche venivano espletate piuttosto velocemente (per la media italiana): l’ANAS appone la sua firma e la regione indice la gara d’appalto. Però il governo italiano non sta con le mani in mano e fa la prima mossa ad effetto: con la finanziaria del 2008 taglia 10 miliardi di fondi FAS. Provate ad indovinare cosa succede ai fondi che il CIPE avrebbe dovuto stanziare a dicembre del 2008? Esatto, sono spariti, ma il governo, in vista delle imminenti elezioni regionali, diede ampie rassicurazioni. Da allora i fatti si susseguono velocemente e a febbraio del 2009, pochi giorni prima delle elezioni, ancora nulla. Berlusconi però tra gennaio e febbraio diventa sardo a tutti gli effetti e trascorre tutti i fine settimana in Sardegna per dare man forte al suo prescelto: Ugo Cappellacci. Insieme, a Cagliari, promettono che il CIPEprossimo venturo di marzo avrebbe stanziato i fondi non solo per la Sassari-Olbia, ma anche per molte altre opere viarie fondamentali. Trionfo elettorale scontato e altrettanto scontata deliberadel CIPE priva degli stanziamenti per la strada. Il povero Cappellacci secondo voi si sarebbe mai potuto arrabbiare dopo una campagna elettorale incentrata sul leitmotiv del “governo amico”? Ma certo che no, lui è il governatore del sorriso e quindi assiste sorridente mentre i suoi connazionali sardi vengono imbrogliati.

LA STORIA SI RIPETE - Va bene, siamo solo all’inizio, poi, da marzo a novembre, le cose saranno sicuramente migliorate. Ovviamente no, anzi: il G8 è stato scippato e le vecchie promesse sono state sostituite da nuove promesse sfavillanti. Governo e regione hanno firmato un accordo quadro in cui praticamente dicono che i fondi ci sono e, guarda caso, sono gli stessi che sarebbero dovuti essere stanziati un anno fa, quando su quella strada c’erano morte circa 10 persone in meno. A metà ottobre Cappellacci, trionfante per l’accordo con il governo, nega che vi sia mai stato uno scippo dei fondi FAS. Figuriamoci, si è trattato solo di un prestito, e che diamine! Sa che la pazienza dei sardi è agli sgoccioli e così annuncia che il prossimo CIPE di inizio novembre stanzierà finalmente quei fondi. La riunione del CIPE si è tenuta il 6 di novembre e i fondi non sono stati stanziati.

CROCI E CROCIFISSI - Il centro sinistra non aspettava altro ed inizia a protestare mentre il centro destra emette solo brevi comunicati in cui nega qualsiasi scippo, forse dimentico dei toni trionfali usati solo un mese prima al momento della firma dell’intesa con il governo. Cappellacci parla di «sterili polemiche» e dice «Preferisco impegnare più proficuamente il mio tempo confrontandomi costantemente col territorio e i suoi rappresentanti per cercare di individuare le priorità ed i problemi da risolvere tutti insieme». Dopo tutto il governo amico è amico anche quando te lo mette in quel posto per un anno, altrimenti che amicizia sarebbe? Però il 12 di novembre c’è stata la svolta eCappellacci, forse memore di quando era un giuovine e diligente scolaro, ha preso carta, penna ed un ufficio stampa composto da 12 persone neo assunte ed ha scritto una letterina che è stata pubblicata dal Foglio e dall’Unione Sarda, e che viene riportato anche sul sito della Regione Sardegna, in cui esprime tutto il suo disappunto per il mancato finanziamento della strada! Ovviamente scherzo, egli, essendo in odore di santità come il suo capo, ha scritto per protestare contro la recente sentenza della corte europea dei diritti umani. Un crocifisso appeso al muro di un’aula scolastica pare essere più degno di nota di 75 croci ai bordi di una strada.

tratto da: http://www.giornalettismo.com/archives/42001/s-s-597-sassari-olbia-una-strada-promessa-in-una-terra-dimenticata/

Nessun commento:

Posta un commento