mercoledì 16 febbraio 2011

Muore per schivare una martora

L'incidente sulla Olbia-Sassari nel quale ha perso la vita l'insegnante

OLBIA. Una sola ora di lezione. Doveva fare la prima alle elementari di Monti, e poi sarebbe tornata a Olbia, dagli altri suoi alunni, e infine a casa dalla sorella malata e dai tre figli. Una vita passata in macchina, da una scuola all’altra della Gallura, nella difficile condizione di maestra precaria. Ieri mattina Lina Lezzeri, 44 anni, è morta nella sua auto schiacciata sotto un Tir. Ennesima croce sulla Sassari-Olbia. Ennesima morte sul lavoro, come dicono le colleghe.

«Abbiamo sentito un boato, come se fosse esplosa una bomba» dicono i dipendenti della stazione di servizio Q8, nel tratto fra Enas e Su Canale. Davanti a loro, sulla scorrimento veloce, c’era l’Opel Astra della maestra conficcata sotto il muso del Tir, e una colonna di fumo bianco. Hanno visto il conducente del camion urlare, hanno dato l’allarme al 118, ai carabinieri. In quel momento sono passati numerosi automobilisti, perché la Sassari-Olbia, a quell’ora, quasi le otto del mattino, è sempre trafficatissima.

È stata una scena straziante, tutti hanno capito che non c’era nulla da fare. Lina Lezzeri è morta sul colpo. Aveva 44 anni, lascia il marito, Gianfranco Campus, originario di Nughedu San Nicolò come lei, la sorella, da tempo ammalata, e tre figli (una, maggiorenne, al primo anno di università; gli altri due, maschi, in prima media e quinta elementare). Era partita dalla loro casa di Rudalza, dove hanno un maneggio. Doveva andare alle elementari di Monti, aveva una sola ora di lezione, la prima. Ha passato una vita sulle strade della Gallura. Precaria, l’anno scorso insegnava a Monti, Sant’Antonio di Gallura, Bassacutena.

È stata in prima linea con le colleghe per veder riconosciuto il diritto a un posto fisso, che per lei sarebbe arrivato probabilmente l’anno prossimo. Conosceva le insidie della Sassari-Olbia, e non stava correndo. Era su un rettilineo, con molta visibilità. Le ha attraversato la strada una martora e non è riuscita a evitarla. Più grande di una donnola, più piccolo di una volpe, quell’animaletto, quasi in via d’estinzione in Gallura, ha fatto perdere a Lina Lezzeri il controllo della sua macchina. Che ha invaso la corsia dove stava arrivando il Tir.

Non sarebbe successo, se ci fosse stata la 4 corsie con lo spartitraffico. L’impatto è stato devastante: la parte sinistra dell’Opel Astra è finita sotto quella sinistra del mezzo pesante, e l’auto è stata ricacciata indietro per 50 metri. Il conducende del Tir, Sandro Pianetta, 53 anni, di Villamassargia ma residente a Villaspeciosa, ha provato a frenare, un gesto istintivo ma inutile. È sceso dal camion, scioccato, e i medici del 118, arrivati poco dopo, hanno dovuto soccorrere solo lui. «Ogni giorno, anche in questro tratto di rettilineo, ci sono dei pericoli» dicono sempre i dipendenti della Q8. Quel pezzo di Sassari-Olbia, compresa tra i chilometri 48,3 e 52, è rimasto chiuso ore per permettere ai carabinieri di fare i rilievi e ai vigili del fuoco di estrarre dalle lamiere dell’Opel Astra il corpo di Lina Lezzeri. Alle 11, la circolazione è tornata alla normalità. Non la vita di una famiglia distrutta dal dolore. L’ennesima.

Quella di ieri è un’altra croce della Sassari-Olbia. «Alla luce dell’ennesima tragedia, il Comitato popolare ricorda all’Anas e agli enti competenti (Province e Regione) le richieste fatte anche lo scorso 7 febbraio - scrive Rita Padre, presidente del comitato per la 4 corsie -. In quella occasione, come nelle precedenti a Olbia e Cagliari nel 2010, il Comitato aveva sottolineato l’estrema pericolosità derivante dall’insufficiente manutenzione straordinaria, richiedendo per l’ennesima volta all’Anas la messa in sicurezza dell’arteria.

In attesa che partano i cantieri per la nuova strada, e coscienti che comunque il problema dovremo portarcelo dietro per svariati anni, le richieste pressanti del Comitato riguardavano la sistemazione immediata del manto stradale, un piano articolato giorno-notte di controlli sulla percorrenza, il rifacimento della segnaletica orizzontale e la sistemazione di barriere per impedire il pericolosissimo attraversamento da parte di animali. In particolare, per l’adozione di immediati strumenti e programmi di controllo, il Comitato si aspetta che il prefetto convochi senza ulteriori indugi la conferenza dei servizi per consentire che le nostre più che legittime e civili richieste possano essere messe in atto».

La Nuova Sardegna

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