lunedì 9 marzo 2009

CI MOBILITIAMO?!!

SASSARI OLBIA, RIVOLTA DOPO L'ALT AL RADDOPPIO

Sulla Sassari-Olbia bocciata dal “governo amico”, Cappellacci è senza parole. Non ne ha detto una nei due giorni che ha passato a stretto contatto con Berlusconi prima della riunione del Cipe, non ne dice una neppure dopo che quella riunione ha cancellato la 4 corsie. «No comment», questa la sua posizione. «Non aspetteremo che Cappellacci guarisca dal mutismo, sarà mobilitazione» lo sfida Scanu, senatore del Pd. Dalla Gallura a Sassari, sono tutti pronti a bloccare la strada (attuale) per avere quella nuova. Ma è difficile fare in tempo, senza più la corsia preferenziale del G8.  I sindaci della Gallura sono pronti a scendere in piazza, per riavere i soldi della Sassari-Olbia cancellati dal Cipe venerdì scorso. Sia quelli di sinistra (Oschiri), sia quelli di destra (Olbia e Monti). Una mobilitazione senza precedenti, almeno negli annunci. Chissà se sarà veramente così. E chissà se la protesta farà ottenere al nord Sardegna ciò che gli spetta e che gli è stato negato.  In Gallura la partecipazione politica, elezioni a parte, non è un esempio, per dire. I galluresi sono quasi tutti imprenditori: in provincia ci sono 12 aziende ogni 100 abitanti, è uno dei dieci tassi più alti d’Italia. Gente che lavora, e che delega tutto alla politica con fiducia, a volte troppa, perché non ha tempo da perdere in chiacchiere. Il centrodestra ha beccato alle regionali il 60 per cento, alle politiche del 2008 la percentuale a favore di Berlusconi era la seconda più alta d’Italia dopo quella di Latina, nord ecluso. In cambio, niente risposte vere, tangibili. Il ceto politico, anche quello di centrosinistra, spesso non è all’altezza delle capacità, della sensibilità e delle esigenze dei propri elettori. Il silenzio prima della decisiva riunione del Cipe è l’esempio più lampante di questo scarto.  I sindaci e la Provincia hanno la grande occasione di fare sintesi, al di là del colore politico, e di porre all’attenzione di Cappellacci e Berlusconi la priorità numero uno: la realizzazione della 4 corsie tra Olbia, Sassari e, bene non dimenticarlo, Alghero e Porto Torres. E’ un asse viario fondamentale, sia per garantire la sicurezza agli autombolisti (tanti, troppi i morti), sia per dare impulso all’economia subito (8 maxicantieri da aprire) e in futuro (città ben collegate, paesi dell’interno più vicini al mare, porti e aeroporti che possono fare finalmente sistema).  In questa ottica si è mossa non a caso Confindustria Sardegna. Il suo presidente, Massimo Putzu, imprenditore olbiese, era stato il primo a denunciare l’ipotesi di uno scippo (ottobre 2008) ed è stato il primo a muoversi dopo che, due giorni fa, è stato portato a termine al Cipe. «Ho chiesto al presidente nazionale di Confindustria Marcegaglia di occuparsi immediatamente della Sassari-Olbia e ho ottenuto il suo impegno a farlo - dice Putzu -. La Sassari-Olbia è strategica, dobbiamo ottenerla per evitare altri morti e per rilanciare l’economia».  La partita si gioca dal basso, per far arrivare in alto, tanto a Cagliari quanto a Roma, due centri di potere sempre più lontani dalla Gallura e dal Sassarese, un’unica voce. «Confermo: ci mobiliteremo con tutti i sindaci» dice Gianni Giovannelli, sindaco di Olbia, centrodestra. «Per per fortuna il centrodestra ha vinto, in Gallura: figuriamoci se avesse perso... - attacca Piefranco Zanchetta, assessore provinciale, centrosinistra -. Ma ora bisogna mobilitare tutta la provincia, tutti i sindaci. Solo uniti riusciremo a cancellare non la strada, le strade, ma questa vergognosa decisione del governo di cui è complice la Regione».  Non tutta la Regione, per la verità. Renato Lai, appena rieletto consigliere regionale con il Pdl, non si preoccupa di attaccare il premier. «Il fatto di essere consigliere regionale del Pdl non mi esime dall’esprimere sconcerto per il mancato finanziamento della Sassari-Olbia - spiega in una lettera -. Stento a credere che il governo non possa mantenere gli impegni assunti così palesemente verso la realizzazione di questa infrastruttura. Auspico un chiarimento rapido a tutti i livelli istituzionali, in particolare da parte della presidenza del Consiglio».  Berlusconi deve ora rispondere con i fatti, posto che possa farlo. Carlo Mannoni, vicepresidente (uscente) della Regione, “assessore al G8”, è molto scettico. «Il finanziamento della Sassari-Olbia arrivava da soldi della Regione, negati poi dal governo. Ma, soprattutto, la strada doveva essere costruita con le procedure veloci della struttura di missione del G8. Ma quella struttura, dopo aver fatto le gare, ha bloccato tutto per mancanza di copertura. E, peggio ancora, a giugno chiuderà i battenti per il G8».  Passate le elezioni, finito il G8, la Sassari-Olbia è sempre di più una strada senza uscita.

La Nuova Sardegna , 8 Marzo 2009

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