domenica 8 marzo 2009

Nemmeno un euro per la Sassari Olbia

Cancellata, la Olbia-Sassari non è una priorità per il governo del nord, per l’asse Berlusconi-Tremonti-Bossi. Contro la crisi economica, il Cipe, il braccio operativo del Governo, ieri ha sbloccato decine di opere pubbliche, per un investimento di 17 miliardi 800 milioni di euro. Una terapia choc, ma solo sulla carta. «Non c’è neanche un’opera cantierabile» tuona Antonio Di Pietro. L’unica subito realizzabile era la 4 corsie Olbia-Sassari, e infatti non è stata approvata.

 Il “Governo amico”, nonostante le promesse elettorali fatte e i consensi elettorali raccolti, ha dimenticato la Sardegna. Tra i 17 miliardi e 800 milioni stanziati dal Cipe, c’è spazio solo per un intervento nell’isola: il sistema urbano e metropolitano di Cagliari, un vecchio progetto che ora ha le risorse per essere realizzato. Per il resto, molto, moltissimo va al nord. D’Italia, ovviamente. Ci sono i soldi per l’ormai mitica BreBeMi, la nuova strada tra Brescia, Bergamo e Milano, area produttiva, certo, ma anche molto generosa con la Lega e con Berlusconi. E poi ci sono i soldi per l’accessibilità all’aeroporto di Malpensa, per la tangenziale est di Milano, per l’asse autostradale Brescia-Padova, altra zona ricca di imprese ma anche di voti per il governo dell’a sse Berlusconi-Tremonti-Bossi.

 Certo, i soldi non mancano neppure per il Sud. Per dire, un miliardo e poco più per il Ponte sullo Stretto c’è, eccome. E’ quello il progetto che meglio di tutti riassume la filosofia del Governo, di fronte alla crisi economica. E’ l’Opera in assoluto, nella mente di Berlusconi. Quella chiamata a far sognare gli italiani oggi, e a lasciare un’impronta indelebile, la sua, nella Storia. Peccato che i soldi servano solo per la progettazione di massima. Dunque non aprirà alcun cantiere, non partiranno i lavori, non ci saranno operai assunti, l’economia non si rimetterà in moto. «E’ ancora una volta la politica degli annunci» attacca la Cgil. 

 L’intervento pubblico per l’economia, credo al quale si è rapidamente convertito il Governo liberista dopo aver per anni detto tutto il male possibile dello Stato, ha invece cancellato l’u nica opera, almeno in Sardegna, pronta a partire, a dare lavoro e creare sviluppo: la Olbia-Sassari a 4 corsie. Troppo piccola, la strada, per meritarsi i titoli dei telegiornali. Troppo pochi, i sardi, per tenere nella giusta, doverosa considerazione le loro esigenze. E quindi, al diavolo gli impegni e le promesse: la Olbia-Sassari non si farà, resterà così, una strada pericolosissima chissà per quanto tempo. Fino a quando non saranno sbloccati, se lo saranno, gli altri fondi Fas, i fondi per la aree sottosviluppate.

 Ma non c’è più tempo, ormai: perché la Olbia-Sassari, a lungo inseguita, ha preso consistenza un anno fa grazie a un evento unico e irripetibile, il G8. E’ stato l’ex governatore Renato Soru, su questo non ci sono dubbi, a fare in modo che, accanto al vertice della Maddalena, da lui e dal governo Prodi voluto, fiorisse un “ piano di rinascita” per il nord Sardegna. E’ Soru che, grazie alla mediazione del commissario Guido Bertolaso, anche questo è incontestabile, ha ottenuto dal governo Berlusconi un impegno importantissimo: il via libera alla Olbia-Sassari con le procedure del G8. Anzi, più di un impegno: un atto ufficiale. Il 29 agosto 2008 Berlusconi ha infatti firmato un’ordinanza con cui finanziava tutte le opere per il G8, compresa la Olbia-Sassari: 470 milioni di fondi che la Regione, per quell’obbiettivo, ha sottratto ad altre aree della Sardegna. Una scelta di campo netta: la Regione voleva dare al nord Sardegna un asse viario capace di collegare in sicurezza, e velocità, i due aeroporti (Olbia e Alghero), i due porti (Olbia e Porto Torres) e i due capoluoghi (Olbia e Sassari). Una scelta storica.
  
Fatta l’ordinanza, la struttura di misssione del G8, il braccio operativo di Bertolaso, ha avviato le gare d’appalto per gli 8 lotti della nuova 4 corsie, in tutto 71 chilometri. Alla scadenza, 800 imprese hanno presentato le loro offerte e aspettavano solo l’e sito della gara per partire con i lavori (i cantieri avrebbero dovuto aprire a metà novembre del 2008). Sono ancora lì, in attesa: perché la struttura di missione, causa mancanza del finanziamento, ha bloccato le gare. I soldi sono spariti perché il Governo, con un decreto legge, li ha cancellati a ottobre del 2008. Letteralmenti cancellati.

 Da allora, dopo le accuse di scippo fatte da Confindustria Sardegna, Berlusconi ha sempre detto che, alla prossima riunione del Cipe, i soldi sarebbero stati sbloccati e sarebbero partiti i lavori, per rispettare i tempi del G8. Ci ha fatto mezza campagna elettorale, il premier, su quella strada. Ebbene, il Cipe si è riunito ieri, venti giorni dopo le elezioni regionali: e ha bocciato la strada. Alla prossima elezione, pardon, riunione.

La Nuova Sardegna , 7 Marzo 2009

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