martedì 10 marzo 2009

"La Sassari Olbia? Mai stata una priorità per Berlusconi"

La strada svanisce, i sogni di asfalto si schiantano davanti alla delibera del Cipe. L’Olbia-Sassari rimane una quattro corsie tutta virtuale. Finisce nel grande freezer dei progetti interrotti, quelli con la data di scadenza da taroccare. Delusione a lunga conservazione che allontana ancora un po’ Olbia da Sassari. Si sfoglia l’elenco delle grandiose opere. 18 miliardi di euro in ferro, cemento e bitume. Neanche un centesimo per il nord Sardegna. La Gallura, sedotta e abbandonata dal Cavaliere, si ribella. I sindaci azzurri sono verdi di rabbia, per quelli di centrosinista, in via di estinzione, è uno scippo. I colori della politica si stemperano in una rivolta generale.  La speranza svanisce. Ma c’è chi non sembra troppo sorpreso dell’inversione a U del governo Berlusconi. L’ex assessore all’Ambiente, Cicito Morittu, fa una sorta di analisi filologica del bidone azzurro, di una strada evaporata dopo la chiusura della fabbrica del consenso. «Nulla di nuovo - spiega Morittu -. Si ripete lo stesso schema utilizzato nelle elezioni in Abruzzo. Berlusconi aveva promesso che la Roma-Pescara sarebbe finita nelle grandi opere. Il centrodestra ha incassato la vittoria alle regionali e come per magia il Cipe, era dicembre del 2008, ha cancellato la Roma-Pescara. Era diventata inutile».  L’assessore fa una analisi politica, ma con i dati alla mano e la coscienza di chi è stato protagonista in questi anni. «Berlusconi è sempre stato coerente - afferma -. Se andiamo a vedere l’elenco delle grandi opere portato avanti dal suo governo fin dal 2001, la Olbia-Sassari non c’è mai stata. Non rientrava nella legge obiettivo. Il premier non la considerava una priorità. Lo stesso sindaco di Olbia di allora, Settimo Nizzi, indicava come indispensabile la quattro corsie per Santa Teresa e non l’arteria per unire i due capoluoghi del nord Sardegna. Solo nel 2003 era diventata centrale quando io come esponente della commissione regionale Lavori pubblici avevo incontrato a Oschiri i rappresentanti della Provincia di Sassari e i sindaci del nord Sardegna. L’opera era stata programmata e portata avanti con la giunta guidata da Renato Soru. La Regione per prima ci ha messo la faccia e i fondi. Quelli che le spettano di diritto dallo Stato».  Morittu ci prende gusto e continua ad affondare contro il cittadino onorario di Olbia, Silvio Berlusconi. «Il premier ha detto a più riprese in campagna elettorale di essere amico dei sardi - dice Morittu -, oggi non lo ha dimostrato. Credo che il nuovo governatore, Ugo Cappellacci, abbia davanti a sé una grande sfida. Non solo l’emergenza lavoro, ma anche la quattro corsie Olbia-Sassari. Cappellacci non si deve limitare a correre da Berlusconi per avallare una nuova cementificazione delle coste sarde e in particolare della Costa Smeralda, ma deve anche portare avanti le sfide per dare alla sua terra una delle opere più attese. Ma c’è anche un altro aspetto che deve essere preso in considerazione. La Olbia-Sassari era una delle opere che poteva subito essere cantierabile. I lavori sarebbero potuti cominciare in modo istantaneo. Ma neanche questo sembra avere mosso il governo di centrodestra».  L’intervento di Morittu si aggiunge al grido di rivolta dei sindaci che supera le distinzioni politiche. Il primo cittadino di Olbia, Gianni Giovannelli, ha parlato di guerra da portare avanti per evitare lo scippo. Il presidente di Confindustria Sardegna, Massimo Putzu, ha per primo lanciato l’allarme di una possibile sottrazione dei fondi. La macchina della politica dei comunicati stampa ha già preso a girare a mille. Adesioni, prese di posizione, dichiarazioni. Il consigliere regionale Renato Lai, Pdl, ha attaccato la scelta del governo. Un altro consigliere gallurese di centrodestra, Andrea Biancareddu, in una nota congiunta dell’Udc provinciale, redatta con l’assessore comunale Gesuino Satta, ha condannato la scelta dell’esecutivo. Anche il comitato gallurese dei giovani del Pd ha chiesto un intervento immediato della Regione e ha programmato azioni di protesta.

La Nuova Sardegna , 9 Marzo 2009

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